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Estrazione del dente (Dolore, Sintomi, Estrazione, Costi)

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Dente del giudizio: quando spunta, perché fa male e cosa fare I denti del giudizio, noti anche come terzi molari, sono gli ultimi a erompere nelle arcate dentali, in genere tra i 17 e i 25 anni. Spesso…

Indice dei Contenuti di Estrazione del dente (Dolore, Sintomi, Estrazione, Costi)

Dente del giudizio: quando spunta, perché fa male e cosa fare 

Estrazione del dente

I denti del giudizio, noti anche come terzi molari, sono gli ultimi a erompere nelle arcate dentali, in genere tra i 17 e i 25 anni. Spesso sono quattro (due sopra e due sotto), ma non tutti li sviluppano.

La loro comparsa può essere del tutto asintomatica, ma nella maggior parte dei casi provoca fastidi o veri e propri dolori. Questo perché lo spazio disponibile nell’arcata spesso non è sufficiente a permetterne un’eruzione corretta.

Quando i denti del giudizio sono inclusi o semi-inclusi (cioè coperti in parte o totalmente da gengiva o osso), possono causare infezioni, infiammazioni, affollamento dentale o danni ai denti vicini.

È comune che i pazienti si rivolgano al dentista per sintomi come dolore alla mandibola, gonfiore o difficoltà a masticare. In molti casi si tratta di segnali che indicano una disodontiasi: una difficoltà nell’eruzione del dente del giudizio.

A volte questi molari crescono in posizioni anomale, come inclinati verso i denti vicini o addirittura orizzontali. In tali situazioni, possono spingere contro gli altri denti, causando spostamenti o lesioni.

Anche se l’idea di toglierli può spaventare, l’estrazione del dente del giudizio è un intervento odontoiatrico di routine e può prevenire problemi futuri.

Quali sono i sintomi del dente del giudizio? 

Dolore localizzato o irradiato alla mandibola o all’orecchio.

Gonfiore gengivale, arrossamento, infiammazione locale.

Difficoltà ad aprire la bocca o masticare.

Mal di testa e alito cattivo persistente.

Sensazione di pressione nella zona posteriore della bocca.

Quando spuntano i denti del giudizio? 

Tipicamente tra i 17 e i 25 anni.

Alcuni individui li sviluppano molto più tardi (anche oltre i 40-60 anni).

In altri casi, i denti restano inclusi per sempre e non emergono mai.

Come si manifesta il dolore al dente del giudizio? 

Il dolore può essere pulsante o continuo, localizzato o irradiato.

Si avverte tipicamente nella parte posteriore della mandibola o mascella.

Può peggiorare durante la masticazione o con la pressione.

L’intensità varia a seconda dell’inclusione e dell’eventuale infiammazione.

Cosa succede se non si toglie il dente del giudizio? 

Non sempre il dente del giudizio deve essere estratto, ma ignorare i segnali di un dente problematico può portare a serie complicazioni.

Quando un dente del giudizio non ha spazio sufficiente per erompere correttamente o resta incluso, può spingere contro altri denti e provocare affollamento, dolore o infiammazioni croniche.

In alcuni casi, la mancata estrazione può causare lesioni alle radici dei denti adiacenti o portare allo sviluppo di carie difficili da trattare.

Un altro rischio è la formazione di una cisti dentaria attorno al dente incluso, che può danneggiare l’osso e i nervi circostanti.

Se l’infiammazione si diffonde, può compromettere anche l’articolazione temporo-mandibolare o portare a problematiche gengivali croniche.

In presenza di sintomi come dolore persistente, gonfiore o difficoltà nella masticazione, è fondamentale consultare tempestivamente un dentista per valutare l’eventuale estrazione.

Quali problemi può causare un dente del giudizio non estratto? 

Carie sul settimo molare: I denti del giudizio mal posizionati sono difficili da pulire e favoriscono l’accumulo di placca tra loro e i denti vicini.

Infezioni gengivali e parodontali: La zona posteriore della bocca è particolarmente vulnerabile a infezioni quando il dente del giudizio è solo parzialmente erotto.

Inclusione e disodontiasi: Il dente può rimanere bloccato sotto la gengiva o l’osso, generando dolore cronico, infiammazione e necessità di intervento chirurgico complesso.

Affollamento dentale: Il dente del giudizio può esercitare una pressione sui denti anteriori, causando lo spostamento e la perdita di allineamento.

Formazione di cisti dentarie: Se trascurato, il sacco follicolare del dente incluso può degenerare in una cisti che può danneggiare l’osso mandibolare.

È sempre necessario togliere il dente del giudizio? 

L’estrazione dei denti del giudizio non è sempre obbligatoria. In molti casi, questi denti crescono in modo corretto, non causano dolore né infiammazioni, e non interferiscono con gli altri elementi dell’arcata dentale.

Tuttavia, quando i denti del giudizio sono inclusi, mal posizionati o causano sintomi, l’estrazione diventa spesso la soluzione più indicata.

I dentisti valutano caso per caso tramite esami clinici e radiografici, come l’ortopanoramica, per decidere se procedere o meno con l’avulsione.

La decisione dipende anche da fattori come l’igiene orale del paziente, lo spazio disponibile in arcata, la presenza di carie o infezioni, o la predisposizione ad affollamento dentale.

Quali sono i benefici di togliere i denti del giudizio? 

Prevenzione di patologie dentali: L’estrazione dei denti del giudizio può prevenire carie, gengiviti e infezioni difficili da trattare in quelle zone difficilmente raggiungibili durante la pulizia quotidiana.

Evitare malocclusioni e spostamenti: La pressione esercitata dai denti del giudizio può alterare l’allineamento dentale, soprattutto nei pazienti che hanno terminato un trattamento ortodontico.

Miglior igiene orale in zona posteriore: Senza i denti del giudizio, la zona distale delle arcate diventa più accessibile allo spazzolino e al filo interdentale, riducendo il rischio di problematiche parodontali.

Quando è pericoloso togliere un dente del giudizio? 

Pazienti con patologie sistemiche o farmaci specifici: In soggetti con diabete non controllato, malattie autoimmuni, osteoporosi (soprattutto se trattata con bifosfonati) o in terapia anticoagulante, l’intervento può presentare rischi maggiori.

Posizione vicina al nervo alveolare inferiore: In alcuni casi, le radici dei denti del giudizio inferiori sono molto vicine al nervo mandibolare, aumentando il rischio di lesioni durante l’estrazione. Per questo motivo, può essere richiesta una TAC Cone Beam per valutare meglio il rischio.

Infezioni attive che richiedono prima terapia antibiotica: Se l’area è infiammata o infetta, si preferisce controllare prima l’infezione con una terapia farmacologica prima di procedere con l’estrazione, onde evitare la diffusione batterica o complicazioni post-operatorie.

Come si svolge l’intervento di estrazione del dente del giudizio? 

Estrazione del dente1

L’estrazione del dente del giudizio è un intervento chirurgico che può essere semplice o complesso, a seconda della posizione, dello stato di eruzione e delle condizioni del paziente.

Prima di procedere, il dentista o il chirurgo orale esegue un esame clinico e radiografico per valutare la posizione del dente, la vicinanza ai nervi, la presenza di inclusione e lo stato di salute dell’osso e delle gengive.

Le tecniche utilizzate e la durata dell’intervento dipendono da diversi fattori, inclusi quelli anatomici e infiammatori.

Quanto dura l’estrazione di un dente del giudizio? 

La durata dell’estrazione può variare da 20 a 45 minuti per dente, ma nei casi più semplici può richiedere anche meno tempo.

In presenza di denti inclusi, semi-inclusi o con radici particolarmente curve o divergenti, l’intervento può richiedere più tempo e una procedura chirurgica più complessa.

L’uso di radiografie panoramiche o TAC Cone Beam consente di pianificare correttamente l’intervento e ridurre la durata complessiva.

L’eventuale presenza di infezione, infiammazione o aderenze ossee può allungare i tempi di intervento.

Che anestesia si fa per il dente del giudizio? 

Nella maggior parte dei casi, si utilizza anestesia locale, che consente di intorpidire completamente l’area interessata. Il paziente avverte solo una sensazione di pressione, ma nessun dolore.

Nei pazienti molto ansiosi, o in caso di estrazioni multiple o particolarmente complesse, si può ricorrere alla sedazione cosciente (per via endovenosa o inalatoria), che rilassa il paziente mantenendolo sveglio e collaborante.

In casi rari, e soprattutto in ambito ospedaliero o per pazienti con esigenze specifiche, si può optare per anestesia totale.

Ogni opzione ha vantaggi e limiti, e la scelta viene fatta considerando le condizioni generali del paziente, la complessità dell’estrazione e le sue preferenze.

Quanto fa male togliere il dente del giudizio? 

Una delle domande più comuni è: “Fa male togliere il dente del giudizio?” La risposta è: durante l’intervento, grazie all’anestesia locale, non si avverte dolore, ma solo pressione e trazione.

Il dolore associato all’estrazione si manifesta nel post-operatorio, nelle prime 24-72 ore. In questa fase, il corpo risponde all’intervento con infiammazione, gonfiore e, talvolta, ematomi localizzati.

Quanto dura il dolore dopo l’estrazione? 

Il dolore post-estrazione del dente del giudizio raggiunge il picco tra le 24 e le 48 ore, per poi diminuire gradualmente nei giorni successivi.

La maggior parte dei pazienti riferisce un miglioramento significativo entro il terzo o quarto giorno. Tuttavia, la guarigione completa dei tessuti può richiedere da una a due settimane.

In caso di estrazioni chirurgiche o di denti inclusi, i tempi di dolore possono essere più lunghi e richiedere un monitoraggio più attento.

Fattori che influenzano l’intensità e la durata del dolore:

Posizione del dente: i denti del giudizio inferiori inclusi o vicini al nervo alveolare inferiore causano più dolore post-operatorio.

Fumo: rallenta la guarigione e aumenta il rischio di complicanze come l’osteite alveolare.

Igiene orale: una corretta igiene riduce il rischio di infezioni e contribuisce a una guarigione più rapida.

Dieta: evitare cibi duri, caldi o piccanti nei primi giorni riduce l’irritazione dell’area operata.

Gestione del dolore:

Il dolore viene solitamente controllato con FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) come ibuprofene o ketoprofene.

Nei casi più intensi, il dentista può prescrivere antidolorifici più forti o farmaci combinati.

È consigliato iniziare la terapia analgesica prima che l’anestesia svanisca, per prevenire il dolore acuto iniziale.

Cosa fare dopo l’estrazione del dente del giudizio? 

Estrazione del dente2

Dopo l’estrazione del dente del giudizio, la fase post-operatoria è cruciale per favorire una corretta guarigione e prevenire complicazioni come infezioni o osteite alveolare. Il rispetto delle indicazioni del dentista permette di ridurre il dolore, il gonfiore e il rischio di ritardi nella cicatrizzazione.

Cure post-operatorie: ghiaccio, riposo, igiene

Applicare ghiaccio sulla guancia, a intervalli di 15-20 minuti, durante le prime 24 ore per ridurre il gonfiore.

Evitare sforzi fisici e riposare con la testa leggermente sollevata nei primi due giorni.

Non toccare la ferita con la lingua o le dita, per non compromettere il coagulo sanguigno.

Dopo 24 ore, risciacquare delicatamente con acqua salata tiepida (non calda) per mantenere l’area pulita senza disturbare la zona estratta.

Lavare i denti normalmente, ma evitando la zona dell’estrazione, almeno per i primi due giorni.

Cosa evitare per proteggere il coagulo sanguigno

Non fumare per almeno 72 ore: il fumo può interferire con la cicatrizzazione e aumentare il rischio di alveolite.

Evitare di bere con la cannuccia: la suzione può spostare il coagulo che si è formato nell’alveolo.

Non sputare energicamente, non sciacquare con forza e non consumare alcolici.

Evitare cibi troppo caldi, croccanti o duri: preferire una dieta morbida e tiepida per 3-5 giorni.

Segni di complicazioni da tenere sotto controllo

Dolore intenso e persistente, che non diminuisce dopo 3-4 giorni, potrebbe indicare un’infezione o un’osteite secca.

Gonfiore che aumenta anziché ridursi, febbre o presenza di pus sono segnali di allarme.

Alitosi marcata o sapore sgradevole in bocca possono essere sintomi di infezione batterica.

In tutti questi casi, è fondamentale contattare il dentista il prima possibile per un controllo e un trattamento adeguato.

Come dormire dopo l’estrazione del dente del giudizio? 

Dormire correttamente dopo l’estrazione del dente del giudizio è fondamentale per facilitare il processo di guarigione e ridurre il rischio di complicazioni come l’osteite alveolare, l’emorragia o il distacco del coagulo. Una posizione sbagliata o abitudini scorrette possono influire negativamente sull’intero decorso post-operatorio.

Posizione corretta del capo

Durante le prime 48-72 ore dopo l’intervento, è consigliato dormire con la testa sollevata rispetto al corpo. Questa posizione aiuta a ridurre la pressione sanguigna nella zona dell’intervento e quindi a limitare il sanguinamento e il gonfiore.

La posizione migliore è semi-sdraiata, utilizzando due o più cuscini per sollevare leggermente il capo. Dormire completamente distesi può favorire l’accumulo di sangue nell’area chirurgica.

Uso del cuscino per sollevare la testa

L’uso di un cuscino ortopedico o rigido è consigliato per mantenere la posizione durante il sonno. È importante evitare di affondare nel cuscino, poiché ciò potrebbe spingere la testa in avanti e aumentare la pressione sulla mandibola.

Se dormi su un fianco, utilizza un secondo cuscino dietro la schiena per evitare di rigirarti involontariamente sul lato dell’estrazione durante la notte.

Evitare di dormire sul lato operato

Dormire sul lato dove è stato estratto il dente può causare pressione sull’area gonfia, aumentare il dolore e ritardare la guarigione.

La pressione potrebbe anche spostare il coagulo sanguigno dall’alveolo, causando l’osteite secca, una condizione molto dolorosa.

In caso di estrazioni bilaterali (entrambe le arcate), la posizione supina con la testa sollevata è l’opzione migliore.

Altri consigli utili per dormire meglio

Evita pasti pesanti o alcolici la sera dell’intervento.

Non assumere caffeina nelle ore precedenti al sonno.

Assumi eventualmente i farmaci analgesici prescritti circa 30 minuti prima di andare a letto, per alleviare il dolore e riposare meglio.

Dormire bene è una componente essenziale del recupero: il sonno favorisce la rigenerazione dei tessuti e la risposta immunitaria, accelerando la cicatrizzazione dopo l’estrazione del dente del giudizio.

Cosa succede all’osso dopo l’estrazione? 

L’estrazione del dente del giudizio non rappresenta solo la rimozione di un elemento dentale, ma anche un cambiamento anatomico che coinvolge l’osso alveolare, ovvero la porzione di osso mascellare o mandibolare che ospitava la radice del dente. Comprendere cosa accade a quest’osso dopo l’intervento è essenziale per valutare eventuali trattamenti futuri come impianti o rigenerazione ossea.

Riassorbimento osseo naturale

Una volta estratto il dente, l’alveolo – cioè la cavità ossea che lo conteneva – resta inizialmente vuoto. Il corpo risponde con un processo di guarigione naturale che prevede la formazione di un coagulo sanguigno, seguito dalla crescita di nuovo tessuto osseo e gengivale.

Tuttavia, nel corso delle settimane e mesi successivi all’estrazione, l’osso tende a riassorbirsi in modo fisiologico. Questo accade perché l’osso non ha più uno “stimolo funzionale” (la radice del dente) che ne preservi la densità e il volume.

Il riassorbimento può essere maggiore nei primi 3-6 mesi, e continua lentamente nel tempo. Nei casi più gravi, può compromettere la stabilità dei denti vicini o rendere difficile l’inserimento di un futuro impianto.

Quando si valuta una rigenerazione o impianto successivo

Se è previsto un impianto dentale per sostituire il dente del giudizio (più raro ma possibile in caso di mancanza dei molari adiacenti), è importante valutare la quantità e qualità dell’osso residuo.

In casi selezionati, il dentista può decidere di eseguire una socket preservation, ovvero un riempimento dell’alveolo con biomateriali per mantenere il volume osseo e ridurre il riassorbimento.

Quando il riassorbimento osseo è già avvenuto, può essere necessario un intervento di rigenerazione ossea prima di inserire un impianto. Questa procedura può includere l’uso di innesti ossei autologhi, sintetici o di origine animale.

Cosa può influenzare il riassorbimento osseo

Fattori come il fumo, l’età, la qualità dell’igiene orale e la presenza di infezioni pre-estrattive possono accentuare la perdita ossea.

Anche la tecnica chirurgica utilizzata può incidere: un’estrazione atraumatica, che preserva al massimo i margini ossei, contribuisce a una migliore guarigione.

In sintesi, dopo l’estrazione di un dente del giudizio, l’osso subisce modifiche inevitabili. Ma con una buona pianificazione e le tecnologie moderne, è possibile prevenirne l’eccessivo riassorbimento e mantenere la struttura ossea per esigenze future.

Quanto costa togliere il dente del giudizio?

Estrazione del dente4

L’estrazione del dente del giudizio è una procedura comune ma il costo può variare sensibilmente a seconda di diversi fattori. Comprendere le voci di costo associate all’intervento è utile per chi vuole prepararsi sia dal punto di vista medico che economico.

Fascia di prezzo per estrazioni semplici e chirurgiche

Un’estrazione semplice (quando il dente è visibile e non incluso) ha un costo generalmente compreso tra i 70€ e i 150€ a seconda del professionista e della località.

Un’estrazione chirurgica, invece, che comporta incisioni gengivali, rimozione di osso o sezionamento del dente, può costare tra i 150€ e i 400€, specialmente se richiede l’intervento di un chirurgo orale o maxillo-facciale.

L’estrazione dei denti del giudizio inclusi inferiori, spesso più complessa, tende a collocarsi nella fascia più alta della scala dei prezzi.

Differenze tra strutture pubbliche e private

Nei centri odontoiatrici pubblici o convenzionati con il SSN, il costo può essere significativamente ridotto, ma con tempi di attesa anche di diversi mesi, specialmente per interventi chirurgici complessi.

Nelle cliniche private, i costi sono più elevati, ma si ha il vantaggio di accedere rapidamente alla prestazione e poter scegliere il professionista.

Cosa è incluso nel prezzo (visita, RX, sedazione, controlli)

In molti casi il prezzo indicato include solo l’estrazione.

Le prestazioni aggiuntive come radiografia panoramica (ortopanoramica), visita specialistica, sedazione cosciente o totale, farmaci post-operatori e controlli successivi possono avere un costo separato.

Alcune cliniche offrono pacchetti completi, con inclusi pre e post-operatorio, a partire da circa 200€ per un singolo dente.

Quali fattori influenzano il costo dell’estrazione? 

Posizione del dente e complessità dell’intervento: un dente incluso, vicino a nervi o in posizione orizzontale, richiede più tempo e attenzione.

Presenza di infiammazione o infezione: se sono necessari antibiotici pre-intervento o cure specifiche, il costo può aumentare.

Tipo di anestesia necessaria: locale, cosciente (con protossido d’azoto) o generale; le ultime due opzioni richiedono personale e attrezzature aggiuntive.

Quanti giorni di riposo servono dopo l’estrazione del dente del giudizio?

Uno degli aspetti più importanti da considerare quando si pianifica l’estrazione del dente del giudizio è il tempo necessario per il recupero. Ogni paziente ha un decorso leggermente diverso, ma esistono delle linee guida generali utili a capire quanto tempo prendersi prima di tornare alla normale routine quotidiana.

Tempi medi di recupero per tornare a lavorare o studiare

Per un’estrazione semplice, è possibile tornare al lavoro o a scuola dopo 1-2 giorni, specialmente se non si svolgono attività fisicamente impegnative.

Nel caso di estrazione chirurgica, in particolare per i denti del giudizio inferiori inclusi, possono essere necessari 3-5 giorni di riposo.

La guarigione completa dell’alveolo può richiedere da 1 a 3 settimane, ma ciò non impedisce una graduale ripresa delle normali attività.

Quando richiedere il certificato medico

È consigliabile richiedere un certificato medico se si prevede un’assenza superiore ai 2 giorni.

Il certificato può essere rilasciato direttamente dal dentista o dal medico curante, e può includere anche eventuali limitazioni alle attività (es. evitare di guidare se si è stati sedati).

Chi lavora in ambienti con sforzi fisici, turni notturni o esposizione a rischi (es. polveri, vibrazioni) dovrebbe valutare un recupero più lungo.

Attività da evitare nei primi giorni

Sforzi fisici intensi: sollevamento pesi, attività sportiva e allenamenti sono sconsigliati per almeno 5-7 giorni.

Fumo e alcol: il fumo può compromettere la formazione del coagulo e rallentare la guarigione, mentre l’alcol può interferire con i farmaci e aumentare il rischio di sanguinamento.

Cibi duri o caldi: è meglio seguire una dieta morbida e tiepida nei primi 2-3 giorni.

Risciacqui energici e uso di cannuccia: possono rimuovere il coagulo e causare osteite alveolare.

Prendersi il giusto tempo per recuperare è fondamentale per evitare complicazioni e favorire una guarigione completa. Seguire attentamente le indicazioni post-operatorie del dentista può ridurre il rischio di infezioni, gonfiori persistenti o dolore prolungato.

Cosa succede se si tocca il nervo durante l’estrazione del dente del giudizio?  

Una delle complicazioni più temute durante l’estrazione dei denti del giudizio inferiori è il coinvolgimento del nervo alveolare inferiore. Questo nervo percorre la mandibola e fornisce sensibilità alla parte inferiore del labbro, al mento e, in alcuni casi, ai denti inferiori stessi. Durante l’estrazione, soprattutto quando il dente è incluso e situato vicino al nervo, il rischio di contatto o lesione aumenta.

Rischi di parestesie o intorpidimento temporaneo

Il sintomo più comune è la parestesia, ovvero una sensazione di formicolio, intorpidimento o perdita di sensibilità nella zona innervata dal nervo.

In genere, si tratta di un effetto temporaneo, che si risolve spontaneamente entro alcune settimane o mesi, man mano che il nervo si rigenera.

Nei casi più rari, quando il nervo viene parzialmente lesionato, i sintomi possono durare anche diversi mesi, richiedendo monitoraggio specialistico.

Tecniche per evitare danni al nervo alveolare

Prima dell’intervento è fondamentale effettuare una radiografia panoramica e, se necessario, una TC Cone Beam per valutare la posizione esatta del nervo rispetto alle radici del dente.

In presenza di contatto visibile tra radici e nervo, il dentista può optare per una coronectomia: una tecnica che prevede la rimozione della sola corona del dente, lasciando intatte le radici per evitare danni neurologici.

L’uso di strumenti piezoelettrici o tecnologie laser può ridurre la traumatizzazione dei tessuti molli e migliorare la precisione chirurgica.

Quando consultare un chirurgo maxillo-facciale

Se la TC mostra una vicinanza critica tra il dente e il nervo alveolare, è raccomandato che l’intervento venga eseguito da un chirurgo maxillo-facciale esperto, per minimizzare i rischi.

In caso di sintomi neurologici persistenti dopo l’intervento (intorpidimento prolungato, dolore nevralgico, bruciore), è essenziale consultare lo specialista per escludere lesioni permanenti o complicanze.

Il danno al nervo durante l’estrazione non è comune, ma rappresenta una delle complicazioni più serie. Per questo, un’attenta valutazione preoperatoria e una corretta tecnica chirurgica sono essenziali per garantire la sicurezza del paziente.

Qual è il dente più difficile da togliere? 

Tra tutti gli elementi dentali, i denti del giudizio — in particolare quelli inferiori inclusi — sono considerati i più difficili da estrarre. La loro posizione in fondo all’arcata, la conformazione delle radici e la vicinanza a strutture anatomiche delicate rendono l’intervento chirurgico più complesso rispetto a quello per altri denti.

I terzi molari inferiori inclusi sono i più complicati

I denti del giudizio inferiori possono essere inclusi, ovvero intrappolati totalmente o parzialmente nell’osso mandibolare, o semi-inclusi, se parzialmente erotti nella gengiva.

L’inclusione può avvenire in posizione verticale, orizzontale o obliqua. La posizione orizzontale è tra le più problematiche perché il dente cresce lateralmente, spingendo contro il molare adiacente.

Questi denti sono spesso situati in prossimità del nervo alveolare inferiore, aumentando il rischio di complicazioni neurologiche durante l’estrazione.

Radici curve, posizione orizzontale o vicinanza ai nervi

Le radici dei denti del giudizio inferiori possono essere molto curve, divergenti o fuse, rendendo l’estrazione più laboriosa.

In alcuni casi, è necessario sezionare il dente in più parti (odontotomia) per facilitarne la rimozione e ridurre il rischio di frattura mandibolare.

Se le radici sono vicinissime al nervo alveolare, è fondamentale agire con estrema cautela, eseguendo l’estrazione solo con strumenti adeguati e sotto guida radiologica avanzata.

Quando è necessaria un’odontotomia

  • L’odontotomia è una tecnica chirurgica utilizzata per dividere il dente in sezioni più piccole da rimuovere singolarmente. Si esegue quando:

    • Il dente è incluso profondamente nell’osso.

    • La forma e posizione delle radici rendono impossibile l’estrazione in un unico pezzo.

    • È necessario evitare danni al dente vicino o ridurre il trauma chirurgico.

  • Questa tecnica è spesso adottata nei pazienti con denti del giudizio orizzontali o radici calcificate, e viene eseguita da dentisti esperti o chirurghi orali.

In sintesi, il dente del giudizio inferiore incluso in posizione orizzontale rappresenta la sfida più grande per l’odontoiatra. La complessità dell’intervento dipende da diversi fattori, ma una buona diagnosi pre-operatoria e la scelta di uno specialista qualificato sono fondamentali per una rimozione sicura ed efficace.

Domande frequenti su dente del giudizio 

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Questa sezione raccoglie le due domande più ricorrenti e pertinenti relative ai denti del giudizio. Fornisce risposte sintetiche ma informative a quesiti fondamentali già affrontati nell’articolo, utili a chi cerca una soluzione rapida o un chiarimento finale prima di contattare il proprio dentista.

Quanto è doloroso togliere il dente del giudizio? 

Una delle domande più comuni che i pazienti si pongono è: “Fa male togliere il dente del giudizio?” La paura del dolore è spesso il motivo per cui si rimanda l’intervento, ma è importante sapere che oggi, grazie alle moderne tecniche anestetiche e chirurgiche, il disagio è notevolmente ridotto.

  • Durante l’intervento:
    L’estrazione viene eseguita sotto anestesia locale, quindi non si prova dolore. Ciò che si può percepire è una leggera pressione o trazione mentre il dentista lavora per rimuovere il dente. In alcuni casi, specialmente quando il dente è incluso o la procedura è più complessa, può essere utilizzata una sedazione cosciente o, in casi selezionati, anestesia totale. Queste tecniche garantiscono un’esperienza priva di dolore e aiutano a rilassare anche i pazienti più ansiosi.

  • Dopo l’intervento:
    Il dolore vero e proprio può manifestarsi quando l’effetto dell’anestesia svanisce, solitamente entro 2-3 ore. Tuttavia, è del tutto gestibile con comuni farmaci antidolorifici o antinfiammatori (come ibuprofene o paracetamolo), spesso prescritti in anticipo dal dentista. Nei primi 2-3 giorni è normale avvertire un fastidio moderato, specialmente nei casi di estrazione chirurgica o se il dente era incluso.

  • Fattori che influenzano il dolore post-operatorio:

    • La posizione e lo stato del dente (se incluso o completamente erotto)

    • La complessità dell’intervento

    • La risposta individuale del paziente al trauma chirurgico

    • La corretta aderenza alle istruzioni post-operatorie: ad esempio evitare il fumo, seguire una dieta morbida, e applicare ghiaccio nelle prime ore può ridurre gonfiore e dolore

  • Complicazioni dolorose:
    In rari casi, può insorgere l’alveolite secca, una condizione in cui il coagulo di sangue non si forma correttamente o si disgrega prematuramente. Questa complicanza è dolorosa e spesso compare 2-4 giorni dopo l’intervento. Fortunatamente, è trattabile con medicazioni locali e analgesici.

  • Il ruolo del dentista:
    Un professionista esperto sa come eseguire l’intervento in modo minimamente traumatico, utilizzando tecniche che riducono il dolore intra e post-operatorio. Inoltre, fornirà tutte le istruzioni per gestire al meglio il decorso.

In sintesi, togliere un dente del giudizio non deve più essere vissuto come un’esperienza spaventosa. Con l’anestesia adeguata, un buon piano di gestione del dolore e il rispetto delle indicazioni post-chirurgiche, la maggior parte dei pazienti affronta l’estrazione senza grossi disagi.

Cosa succede se non si toglie il dente del giudizio? 

Non tutti i denti del giudizio devono essere rimossi, ma trascurare quelli problematici può portare a complicazioni significative nel tempo. È quindi importante comprendere cosa può succedere se si decide di non intervenire.

  • Affollamento dentale e spostamento dei denti adiacenti
    Quando non c’è spazio sufficiente per l’eruzione corretta del dente del giudizio, questo può esercitare pressione sui denti vicini, causando affollamento, spostamento o inclinazione degli elementi anteriori. Questo è particolarmente critico nei pazienti che hanno già effettuato trattamenti ortodontici, poiché i risultati ottenuti potrebbero regredire.

  • Danni ai denti adiacenti
    Un dente del giudizio mal posizionato può premere contro il settimo molare, aumentando il rischio di carie difficili da trattare o addirittura causando la perdita del dente adiacente. Inoltre, la pulizia in quella zona è spesso difficoltosa, favorendo l’accumulo di placca e tartaro.

  • Infezioni gengivali e parodontiti
    Se il dente del giudizio è parzialmente erotto, si crea una “tasca” gengivale che diventa facilmente colonizzata da batteri. Questo può causare pericoronite, una dolorosa infiammazione della gengiva, e favorire infezioni più profonde che si estendono ai tessuti circostanti. In casi più gravi, può portare a una parodontite localizzata.

  • Formazione di cisti e granulomi
    Un dente del giudizio incluso può sviluppare una cisti dentigera attorno al follicolo del dente, che col tempo può espandersi, causare riassorbimento osseo o danneggiare le radici dei denti vicini. Anche granulomi apicali o lesioni croniche possono formarsi, aumentando la complessità dell’intervento futuro.

  • Dolori cronici e sintomi sistemici
    Un dente del giudizio malato può causare sintomi ricorrenti come mal di testa, dolore al collo, o all’orecchio, a causa dell’irradiazione nervosa. Inoltre, infezioni persistenti possono influire sul benessere generale e compromettere il sistema immunitario.

  • Difficoltà masticatorie e igiene compromessa
    I denti del giudizio parzialmente erotti o mal posizionati rendono difficoltosa la masticazione e impediscono una corretta pulizia, aumentando il rischio di infiammazione cronica e cattivo alito.

In conclusione, sebbene non tutti i denti del giudizio debbano essere tolti, è fondamentale valutare il loro stato attraverso radiografie e controlli periodici. Ignorare un dente del giudizio che dà segni di problemi può trasformarsi in un intervento urgente e molto più complesso in futuro. La prevenzione e il monitoraggio sono la chiave.